Descrizione

La mia passione per i treni è iniziata molto presto. Avevo quattro anni quando, insieme a mio papà, costruivamo plastici ferroviari. A me sembravano enormi. Mi perdevo tra binari, vagoni e stazioni in miniatura. Era un gioco, ma anche un modo per stare insieme. Quei momenti hanno lasciato un segno.

Con il tempo i treni sono passati dal gioco alla vita reale. Da adolescente, prima della patente, erano il nostro unico mezzo per uscire, andare a concerti, gite, semplici pomeriggi fuori città. Bastava uno scompartimento tutto per noi e si creava un piccolo rifugio tra amici, pieno di chiacchiere, risate, confidenze e sogni. Ancora oggi è il mio mezzo di trasporto preferito.

Ma più di tutto mi ha sempre affascinato quello che succede nelle stazioni. Gente che parte e gente che arriva. Ritrovi, separazioni, attese. E ognuno ha il suo motivo per viaggiare: chi torna a casa dopo tanto tempo, chi va al lavoro ogni giorno, chi parte per amore, per studio, per svago, per cercare qualcosa — o qualcuno. O semplicemente per cambiare aria.

Il treno è un mezzo concreto, ma anche simbolico. È movimento, passaggio, trasformazione. E fotografare le stazioni e i viaggi è il mio modo per raccontare tutto questo. Le emozioni vere, quelle che si vedono in uno sguardo dal finestrino o in un abbraccio sulla banchina.

Questi sono solo i primi scatti di un progetto personale che inizia adesso. Non ha una fine. Perché ogni viaggio racconta qualcosa — e io voglio continuare ad ascoltarlo.